Il CEO della McLaren, Zak Brown, ha tracciato una linea netta sulle accuse di brogli rivolte alla squadra di Woking, sottolineando come tali attacchi provengano più da una squadra in particolare che da altre. Da fine 2024, sono emerse diverse contestazioni riguardanti il presunto uso ottimale degli pneumatici da parte della McLaren, con un nome ricorrente dietro ogni accusa: la Red Bull Racing.
In un’intervista esclusiva a PlanetF1, Brown ha dichiarato che la situazione ha ormai superato ogni limite. "Questo è lo stato attuale dello sport, ma credo che sia andata troppo oltre."
Brown chiede alla FIA di fermare le ‘accuse infondate’
L’americano ha quindi lanciato un appello alla
FIA affinché ponga fine a queste tattiche di disturbo, portate avanti soprattutto da
“una squadra più di un’altra”, che consumano tempo e risorse dell’organo di governo con accuse di brogli senza fondamento.
Brown ha poi proposto un meccanismo chiaro da adottare in caso di reclami contro una squadra rivale sospettata di violare i regolamenti:
“Esiste un processo: si versa una somma importante, che deve avere impatto anche sul budget cap. Se poi viene accertata una violazione, si riottiene indietro il denaro, senza problemi. Se invece non si trova nulla o si ritiene che le accuse siano frivole, si perdono i soldi e questo viene conteggiato nel budget cap.”
Secondo Brown, questo sistema fungerebbe da deterrente per quelle squadre che oggi rischiano di sprecare risorse in indagini senza esito, preferendo investire invece nello sviluppo della propria vettura.
Concludendo, Brown ha criticato duramente coloro che, a suo avviso, “giocano sporco” con la FIA, portando la federazione a disperdere tempo e risorse su reclami infondati. Per il CEO della McLaren, “le squadre dovrebbero in futuro mettere i soldi dove mettono la bocca.”
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"La politica fa parte dello sport, ma 'un paio di persone' l'hanno spinta troppo oltre"
La politica è sempre stata parte integrante dello sport, con le squadre che cercano non solo di mantenere correttezza tra loro, ma anche di destabilizzare i rivali, un aspetto che Zak Brown definisce "parte del gioco".
"Non credo che vogliamo eliminarla — ha spiegato il CEO della McLaren —. Quello che vogliamo è intervenire quando la situazione sfugge di mano."
"Non si può togliere emozione, passione e rivalità allo sport, ma è fondamentale capire dove si trovi il confine tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è."
Negli ultimi tempi, la McLaren è stata al centro della controversia legata ai flexiwing, che ha portato all’introduzione della revisione TD018 a partire dal Gran Premio di Spagna, oltre a essere nel mirino per l’eliminazione dell’effetto “mini-DRS”, fenomeno per cui le piastre principali dell’ala posteriore si piegano sotto carico, riducendo la resistenza e aumentando la velocità massima.
Brown accetta la politica come elemento insito nello sport, ma, pur non ritenendola prevalente rispetto all’essenza stessa della competizione, sottolinea come il problema sia degenerato soprattutto a causa di "un paio di persone".
"La politica è sempre esistita nello sport e questo è normale — ha detto —, però credo che in alcune aree e con alcune persone sia sfuggita di mano."
"Non penso che si tratti di un problema endemico, ma piuttosto di individui che spingono la politica oltre i limiti di ciò che considero accettabile."